1964 - 1985
Affinità - Divergenze fra il compagno Togliatti e noi

Affinità e divergenze... è il primo vero LP dei CCCP, ed è un disco dalla nascita travagliata.
Non tanto per la mancanza di idee, anzi abbondanti, quanto per i disagi tecnici che i CCCP si trovano a dover affrontare durante l'incisione del disco.
Il gruppo si riunisce a suonare in uno sfigatissimo studio di Bologna, invaso periodicamente dalle vibrazioni dei tram di passaggio, capaci di rovinare le registrazioni proprio nei momenti più importanti. Per non parlare delle difficoltà con la batteria elettronica, le difficoltà nel trovare le voci adatte e il nastro di Emilia Paranoica che si smagnetizza... il tutto accompagnato da una cronica mancanza di soldi.

Dice Ferretti a proposito del titolo:
- Doveva diventare il nostro manifesto politico, a cominciare dal titolo. La frase riecheggiava il titolo del documento ("Sulle divergenze tra il compagno Togliatti e noi") che aveva decretato la nascita dell'estrema sinistra in giro per l'Europa: un trattato redatto dai cinesi nei primi anni Sessanta. Aggiungendoci le "affinità" che noi sentivamo con la tradizione comunista italiana, mi sembrava di riassumere con una frase tutta quanta la storia. Senza dimenticare che il sottotitolo precisava: "Del conseguimento della maggiore età". Era il distacco dalla politica come era stata fino ad allora: continuavamo a pensare che l'unico messaggio possibile fosse "no future", non c'è futuro se il mondo continua ad andare avanti a questo modo. La Terra non ha futuro, il comunismo non ha futuro.


L'album originale era accompagnato da un volantino, che qui riproduciamo:



Tante domande, ed anche una risposta.....
L'oriente è affascinante perché è misterioso, ma può la stessa ricetta far da bandiera per una realtà tutto sommato italiana, emiliana per la precisione, pur divincolantesi tra pregiati profumi d'oriente e sano sudore di muratore reggiano?
La risposta potrebbe anche essere negativa, ma avrebbe poi più di tanto importanza?
Se tutti si muovessero ed agissero solamente in ragione dei propri rientri, la realtà non sarebbe certo più interessante della fantasia.
Ed allora eccoci al quarto disco dei CCCP FEDELI ALLA LINEA.
Per la seconda volta avvolto in un alone di mistero, in barba alle regole del music biz o del buon Luca De Gennaro, e di chi non riuscendo a concepire trasversalità - strozzature - inversioni - contorcimenti espressivi, invoca la praticità - la semplicità - l'adesione alle norme di standardizzazione.
Perciò per la seconda volta un disco senza informazioni, addirittura SENZA TITOLI DEI BRANI.
"Che fare?" chiedeva un compagno nichilista?
"Che fare?" si chiedono i dj non adepti?
Fare la media con gli scritti degli altri due dischi alternati ("le ortodossie") non risolve il problema, amare appassionatamente i solchi e non solo, e "sentire" i titoli, più che affidarsi alla retorica deduttiva del ritornello, potrebbe......
Potrebbe, magari meglio ancora, in armonia col lento fluire della natura universale, l'attendere il CATALOGO, forse il corano dei fedeli alla linea.
Ma si sa, la curiosità e l'impazienza sono un male occidentale, anche se non tanto mortalmente banale quanto un milkshake & un big mac in un fast food indigeno.
Ed allora, perché la vita rinasca dalle tenebre, lasciamo che questa curiosità sia soddisfatta.
Le vostre ghiandole assorbiranno perciò

		CCCP
		CURAMI
		MI AMI? (remiscelata)
		TRAFITTO
		VALIUM TAVOR SERENASE
		MORIRE
		
nella prima facciata, e

		NOIA
		IO STO BENE
		ALLARME
		EMILIA PARANOICA (remiscelata)

nella seconda. Superfluo quindi augurare un buon ascolto, controproducente addirittura consigliare l'alto volume, perché nulla è totalizzante e predefinibile, ed in fondo ciascuno ha il suo karma...
....e se ci siete, ci sono pure le giuste vibrazioni.
Pertanto, sicuri che ciò non vi basterà (ci mancherebbe altro, il mondo potrebbe finire domani), chiedete e vi sarà detto.
A presto, ci contiamo.