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La terra, la guerra, una questione privata. |
LA TERRA
Le colline, le cascine, i boschi, i campi, le forme e i colori delle Langhe in una serena ed assolata giornata d'autunno, poi Alba, la chiesa di San Domenico. Volte gotiche, fredde, austere, sospettose di quel palco al posto dell'altare. Cominciamo a suonare ed è il panico, tutto rimbomba acuto e fragoroso. L'idea di registrare la serata ci appare ora in tutta la sua arroganza: niente che funziona, la tensione che sale. Sconsolati, fermarsi, guardarsi negli occhi... ricominciamo... forzare la tensione, concentrarsi sull'intenzione, contenersi. Non è un concerto, è una serata in onore e a memoria di Beppe Fenoglio.
LA GUERRA
La sera la chiesa si riempie di colpo, qualcuno costretto a restare fuori non s'arrende e continua a lungo a rimarcare la propria rabbia alimentando il nostro disagio, ma alle prime note risulta evidente che la situazione è mutata. Le arcate gotiche, soddisfatte accolgono, amplificano e colorano le voci, i suoni, assegnando loro uno spazio sacro, spazio architettonico e mentale. L'emozione è materiale, palpabile, spesso consolante, per quanto dolorosa. Allarga i sorrisi, trema i cuori, riempie di lacrime gli occhi. E' intima, squisitamente individuale e insieme collettiva. Fa bene essere tanti e stretti, scalda.
Gli applausi esplodono fragorosi, una necessità fisica subito controllata e sopita, incontenibile e timorosa, consapevole, d'istinto, di essere parte di qualcosa di sacro.
Non è un concerto, è una serata in onore e a memoria di Beppe Fenoglio, ad Alba, nella chiesa di San Domenico.
UNA QUESTIONE PRIVATA
Picchia duro. Riascoltata un anno dopo la registrazione della serata ci ha turbato. Abbiamo deciso di fermarla, trasformarla in un disco. Un disco eccessivo che non si può tenere nascosto né si può consumare a cuore leggero. Difficile da gestire.
Non è un disco live, nemmeno un concerto, è una serata in onore e a memoria di Beppe Fenoglio. Un luogo, un pubblico, un contesto irripetibile.
Uscirà il 22 gennaio 1998, ci accompagnerà durante il "mimporta 'nasega tour", ma non ce ne sarà traccia in quei concerti. Verrà ritirato dal mercato il 1° maggio 1998. Non è una questione economica, è una questione privata.
Svanisce la città
Sfuma il traffico
Sfuma...
S'impone la poesia
S'alza la luna e
Sale... decolla...
S'impone la poesia
S'alza la luna e
Sfuma...
Esco... (ripete)
Memoria
Parla
Consolante
Succedono le età
Succedono le età
Meravigliose
Che non c'è età assoluta
Altro vi fu e sarà
E quanto in quale forma
Succedono le età
Succedono le età
Meravigliose
Che non c'è età assoluta
Altro vi fu e sarà
E quanto in quale forma
Qui la luce si ritrae
E l'aria è satura dell'eco di lamenti
Scorteccio le parole, aride schegge secche adatte al fuoco
E' l'instabilità che ci fa saldi ormai negli sradicamenti quotidiani
Memoria
Parla
Consolante
Succedono le età
Succedono le età
Meravigliose
Parlano piano al sole le ombre stanche di rumorose rabbie e infinite menzogne
Lunghe di sterminati fili in lunga fila sorde ai tonfi di corpi che vengono abbattuti
Tra poco arrossa il cielo della sera sospeso tra azzurri spazi gelidi e lande desolate
Tu quietami i pensieri e le mani in questa veglia pacificami il cuore
S'alzano sotto cieli spenti i canti di chi è nato alla terra ora di volontà focose speranze
E da energie costretto e si muove alla danza, danza, danza, danza
Festa stanotte di misere tribù sparse impotenti, di nuclei solitari che è raro di vedere insieme ancora
E s'alzano i canti e si muove la danza
E s'alzano i canti e si muove la danza
Muoiono i preti rinsecchiti e vecchi e muoiono i pastori senza mandrie
Spaventati i guerrieri, persi alla meta i viaggiatori
La saggezza è impazzita, non sa l'intelligenza
La ragione è nel torto, conscia l'ingenuità
Ma non tacciono i canti e si muove la danza
Tu quietami i pensieri e il canto in questa veglia pacificami il cuore
Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare
Non fare di me un idolo o mi brucerò (così vanno le cose così devono andare...)
Se divento un megafono m'incepperò
Cosa fare non fare non lo so
Quando dove perché riguarda solo me
Io so solo che tutto va ma non va
Io so solo che tutto va ma non va
Sono un povero stupido so solo che che
Chi è stato è stato è chi è stato non è
Chi c'è c'è chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è chi non c'è non c'è
E s'alzano i canti e si muove la danza
E s'alzano i canti e si muove la danza
Danza, danza, danza, danza
Danza, danza, danza, danza
Om mani padme om
Om mani padme om
Om mani padme om
Om mani padme om...
Una mattina mi son svegliato
E ho trovato l'invasore
E tu madre perché non sei morta
E tu padre perché vivi ancora?
Per vedermi torturato
Per vedermi condannato
Oh partigiano portami via
Che mi sento di morire
E ricordo la guerra d'Etiopia
La conquista di Addis Abeba
L'Albania la guerra di Grecia
Ho memoria di leggi razziali
Di italiani mandati al macello
Sangue del nostro sangue
Nervi dei nostri nervi
Oh partigiano portami via
Che mi sento di morire
Oh partigiano portami via
Alba la presero in duemila
il dieci ottobre
e la persero in duecento
il due novembre
dell'anno millenovecentoquarantaquattro
Anche la disperazione impone dei doveri
E l'infelicità può essere preziosa
Non si teme il proprio tempo
E' un problema di spazio
Non si teme il proprio tempo
E' un problema di spazio.
Geniali dilettanti
In selvaggia parata
Ragioni personali
Una questione privata
Geniali dilettanti
In selvaggia parata
Ragioni personali
Una questione privata
La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Occorre essere attenti per essere padroni
Di se stessi occorre essere attenti
Luogo della memoria, pomeriggio di festa
Giovane umanità, antica fiera indigesta
Cielo padano plumbeo, denso incantato incredulo
Un canto partigiano al comandante Diavolo
Non temere il proprio tempo
E' un problema di spazio
Non temere il proprio tempo
E' un problema di spazio.
Geniali dilettanti
In selvaggia parata
Ragioni personali
Una questione privata.
La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Occorre essere attenti per essere padroni
Di se stessi occorre essere attenti
La mia piccola patria dietro la Linea gotica
Sa scegliersi la parte...
Occorre essere attenti per essere padroni
Di se stessi occorre essere attenti
Occorre essere attenti, occorre essere attenti
E scegliersi la parte dietro la Linea gotica
Comandante Diavolo Monaco Obbediente
Giovane Staffetta Ribelle Combattente
La mia piccola patria dietro la Linea gotica
Sa scegliersi la parte...
(mai come ora...)
Di colpo si fa notte s'incunea a crudo il freddo
Brucia la biblioteca
S'alzano i roghi al cielo
Brucia la biblioteca degli Slavi del Sud, europei dei Balcani
S'alzano i roghi al cielo
S'alzano gli occhi al cielo
Di colpo si fa notte s'incunea crudo il freddo
Cupe vampe
Chi è che sa di che siamo capaci tutti
Si avvicina l'inverno
Salgo
Rallenta il mio respiro
In basso
Girano i Sufi in tondo nello spazio
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Consumano la terra in percorsi obbligati i cani alla catena
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
Cadono di vertigine
E' stato un tempo il mondo giovane e forte
Dimora della carne riserva di calore
Il nostro mondo è adesso debole e vecchio
E' stato un tempo il mondo giovane e forte
Povertà magnanima malaventura
Lasciami qui
Per me
Insorgere umorale degli affetti del sangue
Non tornerò mai dov'ero già
L'insorgere umorale degli affetti del sangue
Oggi è domenica domani si muore
Non tornerò mai dov'ero già
Oggi è domenica domani si muore
Il bersagliere ha cento penne
Quando poi ferito cadeCupe Vampe
La città trema
Livida trema
I libri scritti e ricopiati a mano
Che gli Ebrei Sefarditi portano a Sarajevo in fuga dalla Spagna
S'alzano i roghi in cupe vampe
Bruciano i libri, possibili percorsi, le mappe e le memorie, l'aiuto degli altri
S'alzano i roghi in cupe vampe
S'alzano gli occhi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe
S'alzano i roghi in cupe vampe
S'alzano i roghi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe
La città trema
Come creatura...
Livide stanze
Occhio al cecchino
Etnico assassino
Alto il sole
Sete e sudore
Piena la luna
Nessuna fortuna
Ci fotte la guerra che armi non ha
Ci fotte la pace che ammazza qua e là
Ci fottono i preti i pope e i mullah
L'ONU la NATO la civiltà
Bella la vita dentro un catino
Bersaglio mobile di ogni cecchino
Bella la vita a Sarajevo città
Questa è la favola della viltà
Memorie di una Testa Tagliata
Vanificato il limite oramai
Vanificato il limite
Sotto occhi lontani indifferenti e bui
Soffice crepitio sulla terra
Pomeriggio dolce assolato terso
Sotto un cielo slavo del Sud
Slavo cielo del Sud non senza grazia
Lento leggero
Caldo
Sbuffo animale
Penetrante m'assale
Un
Ultimo
Pensiero
Odora di te
Mi
Distendo
Aprendomi
Tensione verticale
Scende in profondità
Si adatta al soffio del mondo
Pomeriggio dolce assolato terso
Sotto un cielo slavo del Sud pieno di grazia
In fondo
Giù
La
Mia
Testa
Tagliata
Porge
Uno sguardo
Fisso
Immutabile ormai
Sguardo
Compassionevole
Replay
Sguardo
Compassionevole
Sguardo
Fisso oramai
Replay
Vuoto
Replay
Vuoto
In Viaggio
Nel tempo
Salgono i verticali i monaci in clausura
Immobili
Viaggiano l'alto il basso senza abbellimenti
Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...
Strisciano verso il ritmo i tarantolati
Schiacciati dallo spazio senza tempo
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Disposti a decollarsi per un passo inerte più in là
Coprono spazi ottusi gli idoli
Clonano miliziani dai ritmi cadenzati
In sincrono
Viaggia Sua Santità
Cadono di vertigine
Cadono di vertigine
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l'acqua sorgente
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Viaggiano ansie nuove sempre nuove
Cadono di vertigine...
Del Mondo
Odorante di sangue fertile
Rigoglioso di lotte moltitudini
Splendeva pretendeva molto
Famiglie donne incinte sfregamenti
Facce gambe pance braccia
sapore e familiare odore
E' cavità di donna che crea il mondo
veglia sul tempo lo protegge
Contiene membro d'uomo che s'alza e spinge
Insoddisfatto poi distrugge
Puzza il sangue versato è infetto
Odorante di sangue fertile
Dimora della carne riserva di calore
Sapore e familiare odore
Il nostro mondo è adesso debole e vecchio
puzza il sangue versato è infetto
Concedi compassione ai figli tuoi
Glorifichi la vita e gloria sia
Glorifichi la vita e gloria è
Annarella
Lsaciami stare
Lasciami così
Non dire una parola che non sia d'amore
Per la mia vita che
E' tutto quello che ho
E' tutto quello che io ho
E non è ancora
Finita...
Irata
Insorgere umorale delle idee delle istanze
Insolente promessa sciocca vacua solenne
Di bastare a sé
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai dov'ero già
L'insorgere umorale delle idee delle istanze
Potessi dirti quello che nemmeno posso scriverti
Esiterei nel farlo
Oggi mi vesto di seta e candore
Oggi è domenica domani si muore
Oggi mi vesto di seta e languore
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai dov'ero già
Oggi mi vesto di seta e languore
Oggi è domenica domani si muore
Oggi mi vesto di rosso e d'amore
Guardali negli Occhi (ripresa)
E l'alpino ne ha una sola
Il partigiano ne ha nessuna
E sta sui monti a guerreggiare
Lassù sui monti vien giù la neve
La tormenta dell'inverno
Ma se venisse anche l'inferno
Il partigiano rimane là
Quando poi ferito cade
Non piangetelo dentro al cuore
Perché se libero un uomo muore
Non importa di morire
Non piangetelo dentro al cuore
Perché se libero un uomo muore
Non importa di morire