luglio 1998          Numero 3  Anno 1
ARRETRATI: n°1   n°2


 

Speciale L'Apocalisse di Giovanni (2)

Bene Dire, Dire Bene e Male Dire

Dopo l'inaugurazione della mostra, raccontata nel numero 2, erano in programma altri 3 incontri. Abbiamo delle testimonianze di uno di questi, Dire Bene, con Ferretti e Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti.
 

Dire Bene

Conversazioni con Giovanni Lindo Ferretti, Jovanotti, Andrea Chiesi.

Venerdì 5 giugno ore 21, Reggio Emilia, Chiostri di San Pietro.
La folla variopinta è raccolta intorno al palchetto nell'angolo del chiostro in attesa del nuovo appuntamento facente parte dell'Apocalisse di Giovanni. Quasi materializzandosi sull'onda del desiderio di tutti, Giovanni Lindo Ferretti zampetta sulla pedana togliendosi scarponi sportivi neri e abbandonandoli in primissima fila.
Poi si accoccola nomade ed attende che Lorenzo e, quasi in incognito Saturnino, si sistemino ai loro posti.
Un tuono poderoso scuote l'aria appena Giovanni accenna a parlare, presagio delle burrasche di Mostar.
Annuncia che non parlerà molto e riassume il concetto ispiratore della sua Apocalisse e dei ruoli suoi e di Jovanotti nella serata: Quest'ultimo sceglie il "Dire Bene", mentre Giovanni, di diritto, sosterrà la parte della malalingua col "Male Dire".
Racconta prima di tutto di come lui e Zamboni vennero a conoscenza dell'esistenza di un tale Jovanotti,(o Jovannotti come lo chiama lui)e di come si incuriosirono di un personaggio così diverso da loro.
Poi passa alla lettura di un racconto dal libro "Cherubini", il primo pubblicato da Jo., che narra alcuni suoi episodi d'infanzia, per lo più svoltasi tra i "retrobottega" del Vaticano e Via Della Conciliazione.
Giovanni legge veloce, scandisce le parole, le segue con i movimenti delle mani, le colora con il suo leggero accento emiliano, è come sentirlo cantare. La parola passa allora all'ospite che ci delizia con alcune pennellate vivacissime tratte dal suo nuovo libro di prossima pubblicazione: "Il grande Boh!" ed. Feltrinelli.
Per chi come me ha fatto della bicicletta il principale mezzo di locomozione, la sua descrizione dell'uscita in bici propone sensazioni bellissime e conosciute, anche se espresse in modo personalissimo.
Saturnino intanto arpeggia per conto suo, mentre Jovanotti passa dalla prosa alla poesia, dalla lettura al canto, ritmando la chiusura di un racconto inserendo una citazione di "One Love" di Bob Marley.
Giovannilindo , a suo agio nel male dire, spara ora a zero sulle istituzioni religiose, proponendosi di suggerire al sindaco (ai sindaci) di Mostar, nel suo prossimo viaggio là , di non far ricostruire alcun edificio di culto per evitare altre guerre religiose.
" Dio abita nei nostri cuori e se ci vorrà parlare , noi lo ascolteremo molto volentieri " , riflette ispirato.
Non sappiamo ancora l'esito di questa opinabile proposta, peraltro non nuova in quelle zone.
Intreccia anche una piccola polemica con i giornalisti a cui rifiuterà l'intervista, perché "l'importanza di questo semplice evento, se vogliamo anche un po' demodé , sta nell'esserci di persona, qui ed ora; sta nello scambio unico fra noi presenti".
Proibisce anche di chiedere autografi a Jovanotti, il quale essendo suo ospite ubbidisce docilmente . "Stasera lo sequestro io, lo proteggerò!".
Jovanotti si rivela ancora un pò lontano dall'essere "personaggio", tanto che aveva dimenticato gli appunti al ristorante e all'ultimo momento Ferretti è dovuto correre a recuperarli.
Un'ultima poesia d'amore di Lorenzo e poi, mentre il cielo scarica le cateratte su un'afosa Reggio, i due se ne vanno veloci a visitare privatamente la mostra.
Noi invece, ci chiedevamo dove fosse stata la "conversazione" promessaci nel titolo: in realtà abbiamo subito sia pur piacevolmente torrenti di parole dal palco verso il basso senza una minima opportunità di intervenire. Eppure gli argomenti erano ben stuzzicanti.
Avviandoci all'uscita incrociamo un solitario Chiesi, che tanto bene ha permeato i Chiostri di Vita Metropolitana aggirarsi tra i suoi dipinti.

FORMA: Siouxsie (Foto) 
SOSTANZA: Riccardo (Testo)
Editing: Astradyne


L'Apocalisse di Emanuele

sull'A1 sabato 24 maggio 1998

...Aspetto un'emozione sempre più indefinibile
Sempre più indefinibile
Teatri vuoti e inutili potrebbero affollarsi
Se tu se tu ti proponessi di recitare te...

(da "Emilia Paranoica")

Ho sognato
di bere camomilla fredda
con camionisti di Istambul
ubriachi di notte colore della china

Ho sognato
un fascista
che vendeva a bordo di una Uaz
alberi di Natale psichedelici
il giorno del Redentore
sulla strada per Cesenatico

Ho sognato
mentre suonava "Irata"
di scrivere queste cose
in autostrada

Ho sognato uomini e donne
fare l'amore con il vento
generando voli e nuvole
Ho sognato un pensiero
la meccanica quantistica e Calimero
Una candela che brucia soffre. Piange.
Lacrime di calore
Boltzmann si è suicidato. Perché aveva ragione.
Ho sognato
di scrivere questo, questo e questo
fermo su una piazzola d'emergenza
(emergenza di scrivere)
(emergenza di sognare)
un sabato notte tra gas di scarico
e luci ruffiane
anime di ghiaia
e pisciate in Autogrill

L'Apocalisse è rivelazione
Ho sognato
Lo sguardo d'Albina

Ho sognato una gran voglia di vivere
Irrinunciabile. Irresistibile.

C'è una magnolia in fiore......

(Reggio Emilia, 24 maggio 1998)

Emanuele Alessandri



 

Appello

Le Notti del Maciste

Se qualcuno di voi è stato alle Notti del Maciste a Prato gli scorsi 19 e 20 giugno, e ha scattato delle foto, o scritto qualcosa, o gli va semplicemente di tirare fuori le sue impressioni, insomma chiunque ci voglia mandare del materiale ci scriva qua.