Smodato Temperante
Ginevra Di Marco
Manifesto Cd - 2002
Ginevra Di Marco o delle occasioni perse. Buoni testi e bella voce, cristallina, adatta per "discese ardite
e risalite", ma, molto spesso, voce come strumento affidata a se stessa, senza nessun altro strumento per volare o
atterrare che la tentazione di un nuovo volo, un arabesco, un ghiribizzo. Una voce alla Sandy Danny o alla Mimì Farina, adatta ai grandi spazi, alle note alte da cogliere solo due centimetri sotto la volta del cielo, prima che la infranga con l'ennesimo acuto. Voce da vocalese, da acrobazie appoggiata al palo fragile di una nota da percorrere tutta, dalla tonica, alla sottodominante, alla dominante. Ma l'uso dei soli registri alti (o di prevalenti registri alti) toglie necessariamente duttilità e toglie, soprattutto carica interpretativa. Nel nuovo disco, il brano "Luce apparente" non scende un secondo di tono.
Molto più mossa Lilith che infatti riesce a farsi apprezzare molto di più. L'ambito nuovo rock in cui Ginevra ha
scelto di muoversi (fin dal tempo dei CSI e anche prima) rende ancora più teso il contesto: fa l'effetto di una
traversata del deserto in cui non si trova mai un momento d'ombra, un albero, una sorgente: la possibilità di
rigenerarsi. È tensione continua: nella voce, negli strumenti tirati, nell'esigenza di correre. Fino a che non si arriva
alla traccia sei.. E qui si scopre l'oasi. Il tempo rallenta, anzi:
"Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento".
La versione di Khorakanè è la boccata d'ossigeno che mancava: l'armonia si dispiega, la passione traspare, la tensione si stempera in un canto che sembra antico nella sua magia senza tempo. Quasi per contagio i brani successivi seguono una "Trama tenue", come dal titolo dell'omonima canzone. Il filo teso dei primi brani si sfilaccia in brandelli
laterali, ogni tanto percorsi da una scossa elettrica, ma anche da contenuti che non hanno bisogno di essere urlati per uscire. E si apre una seconda fase (Khorakanè, Terraluna, Trama Tenue, Eclissi) di godimento più intenso, di carezze ai sensi anziché di graffi all'intelletto. Un gran piacere anche la cover di "Ederlezi" e il finale "Canto di accoglienza". Di
tutto il disco (11 brani) solo "Luce appare" e" Tante Susanne dagli occhi neri" appaiono nuove. Oltre alle due
cover di Fabrizio De Andrè e di Goran Bregovic.
La musica pompa energia sotterranea, ma questo pompare è in contrasto con il calore del canto e si ascolta con animo partecipe. Il disco è la registrazione di un concerto dal vivo tenuto da Ginevra al Teatro Nicolini di San Casciano Val di Pesa il 24 febbraio 2001.
Come tutti i dischi del Manifesto ha il pregio di costare pochissimo e di offrire quindi un ottimo rapporto qualità prezzo.
Di Leon, tratto da www.accordo.it