Materiali Diversi


Il GLOSSARIO dei CCCP e CSI.

Recensioni di concerti dei CSI.

"Ragionando sui C.S.I." di Roberto "Freak" Antoni, 28.2.98.

"Messaggio ai dubbiosi..." di G.Maroccolo, luglio 1997.

"Un paradosso che salva la classifica" di G.Ferretti, 1.10.97.





Il seguente articolo è apparso su "Boxer", supplemento satirico del Manifesto,il 28 febbraio 1998.



Ragionando sui C.S.I.

(dai CCCP al Consorzio)

di Roberto "Freak" Antoni


Nel mondo dell'arte, i nomi, i titoli, le denominazioni sono molto importanti, anzi fondamentali.
Non solo perché identificano la cosa che nominano, nella loro funzione pratica di etichetta/firma (la ‘TAG’, come sanno benissimo tutti i graffitisti), ma soprattutto perché rivelano indizi sulla cosa stessa e ne suggeriscono la fisionomia. Evocano immagini, predispongono associazioni di idee legate alla parola. Insomma, come si dice spesso: un nome un destino, per significare che l’oggetto e l'immagine suggerita dal nome dell’oggetto sono strettamente legate. In questo senso, il caso del gruppo musicale denominato C.S.I. è emblematico. A partire dall’enfasi del suo nome, quel pretestuoso, orribilendo (= orribile + orrendo, o al contrario, ‘orrendibile’) "Consorzio-Suonatori-Indipendenti" che richiama subito alla mente immagini da caseificio della bassa emiliana."Indipendenti" da chi? Da che cosa? Non certo dal business discografico, sui cui marosi veleggiano a gonfie vele, come piccoli imprenditori laboriosi e organizzati proprietari della loro personale etichetta di successo nazionale (= un'india very trendy). "Suonatori" perché fa molto più proletario di ‘musicisti’ e parecchio più dignitoso di ‘orchestrali’: sottintende ‘artigiani’, sostantivo nobile quanto ‘lavoratori’ ed ‘operai’. Artigiani della musica. Perché non allora: Coperativa Autonoma Musicanti?! Che avrebbe avuto un acrostico più scorrevole da pronunciare. C.A.M.! Sigla più facile da memorizzare. Invece, C.S.I.! Nati dalle ceneri dei (purtroppo) defunti CCCP, Il gruppo sembra voler mantenere iconograficamente quel sapore vagamente stalinista, in odore di realismo comunista post rivoluzione. Un aroma da manifesto di propaganda socialista al di là del demodé e ben oltre l’ingenuità di un kitsch involontario, perciò understatement programmato. Mooolto appetibile dall’èlite "colta" dei giornalisti e degli intellettuali più modaioli. Gran paraculata per gonzi assetati di impegno culturale e rigore artistico. Che abboccano come lucci. Se ci si aggiunge il carisma un po’ torvo e ieratico del front man Lindo Ferretti, istrionico declamatore e protagonista di noiosissime performance vocali, il gioco è fatto: ecco la band di culto! Habemus papam. Ecco coloro che riscatteranno il pop dalla mancanza di contenuti e dalla sua cronica miseria culturale. I ‘C.S.I.’ che già nel loro titolarsi richiamano atmosfere da sindacato, con mistiche rivendicazioni da comizio tanto colmo di stereotipi ‘sinistresi’ tanto più mitici oggi, nella deflagrazione del cosiddetto comunismo reale. Paradossi di un' operazione snob, con un po’ di spocchia e di furbizia intellettuale. Il comunismo è morto, evviva il comunismo! Si venderà bene tutto il ciarpame del regime, a partire dall’ideologia, diventata folclore. Curiosità da collezionisti. Come gli orologi russi, le medaglie, i distintivi, le divise smesse o trafugate dall'esercito: tutta roba economica che da alcuni anni si commercia alla grande nelle città del nostro paese, sulle bancarelle dei mercatini rionali. Ma, in fondo, chi sono io per giudicare?! Chi sono io per giudicare uomini che hanno fatto di un loro viaggio in Mongolia un evento culturale, che hanno costruito un accadimento artistico-letterario-musicale e tutta una serie di incontri promozionali nei Centri Sociali, nelle Aule Universitarie (i templi dell'Alta Cultura), nelle Camere del Lavoro. Artisti polivalenti che hanno prodotto un libro edito da Giunti "Fedeli alla linea: dai CCCP ai C.S.I." e composto la colonna sonora di un film con le musiche del loro disco "Tabula rasa elettrificata" (il Medioevo e l'era post industriale. Occidenle e Oriente. La perenne ricerca di una nuova frontiera. il rilancio di un inedito esotismo).
Troppo avanti questi Congregati Sapientemente Intraprendenti, o meglio Convenuti Senza Intenzione e cioè Coltivatori di Sapori Interessanti. Costantemente Senza Indugi. Colpevoli di Sadismo Intellettuale. (Cazzo Stai Insinuando??).
"Se vuoi entrare nel mondo dei C.S.I. vieni a uno di questi appuntamenti", recita la frase stampata sul volantino pubblicitario di invito.



Messaggio ai dubbiosi, ai delusi, ai perplessi.


di Gianni Maroccolo.

Ebbene sì, i Csi faranno da 'supporter' in alcune date del tour estivo di Jovanotti. Io non credo che ci sia né da stupirsi né da spaventarsi. Sarà l'incontro fra due artisti che forse nulla hanno in comune, che niente hanno da spartire, con storie ben distinte e differenti tra loro, ma che da tempo sono incuriositi l'uno dall'altro. La stima e l'amicizia sincera che Jovanotti ha mostrato nei nostri confronti è stata una piacevole sorpresa e ancor più sorprendente è stato l'invito rivolto ai Csi a partecipare a una parte del suo tour. E' da Csi suonare per Fenoglio, fare "Materiale Resistente", scrivere la colonna sonora di "Tutti giù per terra", musicare dal vivo film muti, comporre album profondamente diversi tra loro come "In Quiete", "Linea Gotica" e "Ko De Mondo" (e ancora non avete sentito "T.R.E."), non essere sul palco il 1° Maggio a Roma ma a Bologna "tra di noi" del Consorzio, e perché no, fare sei concerti con Jovanotti. Logica mercantile? L'ora delle tentazioni? Alto tradimento delle ideologie? Non diciamo cazzate!
Adoro far parte dei Csi proprio perché i Csi riescono continuamente a sorprendermi, perché non hanno (per nostra fortuna) un 'cliché' monocorde e ripetitivo, perché sono poliedrici (o pazzi??) e hanno voglia di sperimentare in tutto, perché la miscela "artistica" (non ideologica) che viene fuori dal nostro modo di essere è per me linfa vitale. E' talmente assurda l'accoppiata Jovanotti/Csi da fugare ogni dubbio sul perché i Csi abbiano deciso di esserci: ne avevano voglia punto e basta!
A dire il vero il far da 'spalla' a Lorenzo ci permette anche di 'guadagnarci' qualcosa: riuscire finalmente a suonare nel Sud dell'Italia. E poi mi si spieghi dove sarebbe l'inghippo: i Csi suonando con Lorenzo venderanno più cd? Diventeranno "commerciali"? Non saranno più "puri"? E' da oltre 15 anni che dimostriamo di essere artisti ed esseri umani coerenti e in buona fede e non penso che suonare in sei concerti con Jovanotti, alla nostra età, possa ormai modificare la nostra esistenza. In ogni caso preferisco che sia la nostra musica e le parole di Giovanni ad essere eventualmente 'giudicate', non le scelte che facciamo a livello personale: conta più la forma o la sostanza? Eppoi chi vi dice che un concerto di Jovanotti non possa stupirci/stupirvi? A noi l'idea piace ed è piaciuto molto Lorenzo come persona. Questo basta.

Ai delusi, ai perplessi, ai dubbiosi posso solo dire:


"Chi c'è c'è - Chi non c'è non c'è".

Intervento di Ferretti sul numero 117 di Musica!, in seguito all'inaspettato primo posto nella classifica italiana di Tabula Rasa Elettrificata

Un paradosso che salva la classifica.

"Molte più cose ben più strabilianti dimorano quaggiù".

Fa colpo che i C.S.I. improvvisamente si ritrovino al primo posto, per una settimana, nella classifica dei dischi più venduti in Italia.
E perché mai? La musica vive e si nutre di contraddizioni insanabili. E' un luogo essenziale dell'economia moderna. Solo la droga, le armi, la prostituzione rendono di più, ma sono il mercato illegale anche se parallelo e intrecciato con quello legale. E' luogo impuro per eccellenza. Il luogo delle fregature, delle rapine più eclatanti e riuscite ai danni delle nuove generazioni. E' il luogo puro per eccellenza dell'immaginario dell'acquirente, che consuma musica per assecondare i moti dell'anima, del cuore, del corpo. E' il luogo della crescita tumultuosa, delle esperienze più profonde, è lo spazio intimo della libertà personale e, a volte, collettiva.

La musica è il regno della complessità e il paradigma del nostro mondo in questi anni.
Comprenderne la realtà, l'infamia, l'ansia liberatrice che la scuote periodicamente e la cappa oppressiva che subito la riavvolge è, io credo, la possibilità più semplice e fattiva di comprendere la nostra civiltà. La musica ha il potere di trasformare i singoli, di determinare la società. E' labile, cangiante, inafferrabile e insieme strutturata, ferrea, rigida. E' che della musica l'umanità non può fare a meno, mai, perché solo la musica la rappresenta degnamente nell'alto e nel basso. Il cinema senza musica non esisterebbe, misera sarebbe la letteratura e la televisione un telegiornale unico.

E' che la musica vive sempre più di oggetti commerciali che ne assicurano la riproducibilità perfetta e infinita. Solo un mercato piccolo, provinciale e quasi subordinato, può stupirsi per i C.S.I. al primo posto in classifica. Doveroso, invece, come una boccata d'aria pura. Promettente. Aspetto di vederci gli Ustamamò e poi i Marlene Kuntz e poi... Allora la musica moderna italiana dimostrerà a se stessa di essere adulta. Di avere superato la fase ormonale legata alla bichimica adolescenziale che si nutre prevalentemente e giustamente di mitologie internazionali nella sua parte migliore e nel restante di clonazioni più o meno riuscite che traducono in lingua italiana emozioni o evocazioni altre.

-Ho visto Sting con l'impermeabile in ginocchio su un palco-.
-No, sbagli, era Nek in piedi-.
Dice Antonacci di ispirarsi ai Sex Pistols e Ferretti ridendo renderà omaggio a Beniamino Gigli. Se la musica è una pagliacciata i C.S.I. devono essere fuori catalogo. Se la musica racconta, interpreta, anticipa il gioco della vita (gioco come lo intendono i bambini, cioè una cosa maledettamente seria) i C.S.I. sono sottostimati, sconosciuti, incapaci di arrivare al loro vero pubblico: quello che non compra dischi perché per quello che ributtano addosso radio e televisione è evidentemente un giochetto stupido, superficiale e noioso, ma "molte più cose, ben più sorprendenti, vengono in vsita, imprevedibili".

Tutti i giochi sono aperti, onore al merito. Un'ultima considerazione. Che i Prodigy siano al primo posto in Usa non c'entra niente con i C.S.I. al primo posto in Italia. Dimostra tutt'altra cosa e complica ulteriormente il gioco. I prodigy sono un gran bel disco, oggetto commerciabile perfetto, suoni e atmosfere potenti. E' tutto, può non essere poco, ma non c'è altro. Ho visto il loro concerto, passando dal mixer, sembra quello della Barbie. Questa potrebbe essere l'ultima delle grandi truffe: un concerto non è una discoteca con un grande cubo che pompa musica preregistrata a volumi ai limiti del sopportabile.

"Fatevi sotto bambine e bambini, occhio agli spacciatori occhio agli zuccherini".