Linea Gotica



Introduzione
  1. Cupe Vampe
  2. Sogni e sintomi
  3. E ti vengo a cercare
  4. Esco
  5. Blu
  6. Linea gotica
  7. Millenni
  8. L'ora delle tentazioni
  9. Io e Tancredi
  10. Irata



Linea Gotica viene pubblicato nel gennaio 1996, e vende 50000 copie.
E' dedicato al partigiano Germano Nicolini detto "Il Comandante Diavolo" e a Giuseppe Dossetti "Il Monaco Obbediente", che sarà tra gli estensori della Costituzione Italiana nel dopoguerra.
Lo stesso Ferretti si assume il difficile compito di guidare l'ascoltatore tra le canzoni che lo compongono, con prevedibile successo. Abbiamo cercato di mantenere l'impostazione dei testi così come appaiono nel booklet del CD, intervallando i brani con i suoi commenti.


Linea Gotica è un disco di chitarre elettrificate, anche alle tastiere, al basso, alla voce è prima consigliato poi imposto di adeguarsi. A conti fatti è questo il suono del nostro tempo, per quanto detestabile possa essere questo tempo e questo suono.
Una grande casa colonica in Val d'Orcia e tutto intorno a vista d'occhio grano maturo, milioni di chicchi che si sfiorano, si battono e ribattono, un accompagnamento tenue e sommesso, profondo e potente. Sui crinali, sui colli l'imbrunire evidenzia i paesi: Pienza, San Quirico, Castiglione, Campiglia, Abbadia San Salvatore, Radicofani. In faccia freschi e scuri i boschi dell'Amiata e oltre, per chi sa che c'è, la Maremma.
La voglia e la necessità di raccontarci, riflettere, essere catalizzatori e diffusori di energie vitali, cosa possibile alla musica, nel cuore dell'Italia a metà degli anni '90. Senza aver preparato niente, ognuno a suo modo pronto. Ci sono due testi che aspettano però, in qualsiasi direzione si muove la musica sono pronti ad imporsi.

Cupe Vampe


Di colpo si fa notte e s'incunea a crudo il freddo
La città trema
Livida trema
Brucia la biblioteca, i libri scritti e ricopiati a mano
Che gli Ebrei Sefarditi portano a Sarajevo in fuga dalla Spagna

S'alzano i roghi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe

Brucia la biblioteca degli Slavi del Sud, europei dei Balcani
Bruciano i libri, possibili percorsi, le mappe e le memorie, l'aiuto degli altri

S'alzano i roghi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe
S'alzano gli occhi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe
S'alzano gli occhi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe
S'alzano i roghi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe

Di colpo si fa notte e s'incunea a crudo il freddo
La città trema
Come creatura...

Cupe vampe, livide stanze
Occhio cecchino, etnico assassino
Alto il sole, sete e sudore
Piena la luna, nessuna fortuna
Ci fotte la guerra che armi non ha
Ci fotte la pace che ammazza qua e là
Ci fottono i preti, i pope e i mullah
L'ONU, la NATO, la civiltà
Bella la vita dentro un catino
Bersaglio mobile di ogni cecchino
Bella la vita a Sarajevo città
Questa è la favola della viltà


lo stato delle cose, il punto di partenza, la Jugoslavia.
Ancora una volta l'Europa dimostra più che la propria incapacità la propria inconsistenza al di là di un sistema di produzione e consumo.
Produci consuma crepa cantavamo 10 anni fa irridendo la triade imperante, qualcosa è cambiato e non in meglio da queste parti: si consuma di più, si produce in meno sempre in meno, si crepa molto di più e in malo malissimo modo.

Anni di guerra feroce sulle rive del mare Adriatico, morti, feriti, orrore. Anni di viltà, di disinteresse o di alti interessi, di un qualche tornaconto anche enorme.
L'Europa che vuole contare, quella che fa i conti e con cui bisogna farli, in questo secolo con le leggi razziali e la conseguente distruzione della sua componente ebraica si è macchiata di un abominio che la guerra e la Resistenza hanno potuto farci credere se non perdonato almeno fortemente scontato. La Jugoslavia è qui a ricordarci che non è vero. Da questa eterna cloaca di sange, spirito, interessi economici sgorga continuamente il nostro peggio e il nostro meglio e non riusciamo a porvi rimedio. Chi non sa farsene una ragione può sempre porre fine ai suoi giorni. Si perderà il peggio e anche il meglio e poi, dove crede di andare?

Lo sguardo pensieroso, stanco di eccessive complessità s'ingrezza, si semplifica, tende al lineare. favoriti i documenti si parte, poco il bagaglio, essenziale.

Sogni e Sintomi


Del bisogno d'essere scaldato
D'essere nutrito
Del bisogno nostro di essere
Consolati
Frutto di un'innocenza remota
Imbastardita
Stretta di carne accattivante
Frutto di un'innocenza remota
Imbastardita
Stretta di carne accattivante
Nessuno può permettersi rimpianti
Nessuno può permettersi rimpianti
Nessuno può permettersi rimpianti mai

Che i sogni siano sintomi
Che i sogni siano segni
Sanno i sogni, sanno i sogni, sanno i sogni
Che i sogni siano sintomi
Che i sogni siano segni
Sanno i sogni, sanno i sogni, sanno i sogni che...

Parole sussurrate
Che stanno appiccicate in gola
E possono strozzare, meglio soffiarle
Parole pronunciate
Che stanno conficcate in gola
E possono far male, meglio lasciarle
Parole comandate
Che stanno conficcate in gola
E possono strozzare, meglio sputarle

Come un animale che non sa capire
Guardo il mondo con occhio lineare
Come un animale che non sa cos'è il dolore
Guardo il mondo con occhio lineare
Come un animale che non può capire
Guardo il mondo con occhio lineare
Come un animale nel tempo di morire
Cerco un posto che non si può trovare
Come un animale nel tempo di morire
Mi accontento di un posto in cui sostare
Come un animale nel tempo di morire

Che i sogni siano sintomi
Che i sogni siano segni
Sanno i sogni, sanno i sogni, sanno i sogni
Che i sogni siano sintomi
Che i sogni siano segni
Sanno i sogni, sanno i sogni, sanno i sogni che...


esce insopprimibile l'attitudine punk che non rinuncia ad attaccare uno stile appena codificato e già insopportabile nel suo revival, quindi rallenta la velocità, abolisce la batteria, canta sottovoce, apre alla psichedelia eppure è punk, determinato dalla consapevolezza del "no future". Il resto è un mucchio di vestiti brutti e scomodi, spazzatura, questo era il suo valore, la sua bellezza. Adesso, 20 anni dopo, con la spazzatura fanno la TV, i giornali, le campagne elettorali e quei vestiti li vendono a caro prezzo, quanto agli atteggiamenti la nostra nuova classe dirigente a parte non saper pogare deve essere uscita da un corso per corrispondenza di Malcolm Mc Laren. Questi sì che trasformano la merda in oro, Alchimisti vergognatevi!

Nella confusione tra sogni e sintomi, punk e moda, media e spazzatura, pogare e pagare

E ti vengo a Cercare


E ti vengo a cercare
Anche solo per vederti o parlare
Perché ho bisogno della tua presenza
Per capire meglio la mia essenza

Questo sentimento popolare
Nasce da meccaniche divine
Un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
Fare come l'eremita
Che rinuncia a sé

E ti vengo a cercare
Con la scusa di doverti parlare
Perche mi piace ciò che pensi e che dici
Perche in te vedo le mie radici

Questo secolo oramai alla fine
Saturo di parassiti senza dignità
Mi spinge solo ad essere migliore, con piu volontà

Emanciparmi dall'incubo delle passioni
Cercare il punto al di sopra del bene e del male
Essere un'immagine divina di questa realtà...

E ti vengo a cercare
Perche sto bene con te...


per ricomporre, a modo nostro, una unità. Una canzone italiana tra le più belle, da un Battiato che ci onora della sua attenzione e della sua simpatia e con la sua voce chiude, d'incanto, questa voglia d'amore, questa necessità.
Poi ci sono le chitarre a ripartire a individuare lo spazio di movimento, a decidere il tempo. La voce si lascia risucchiare, le parole poche galleggiano

Esco


Memoria
Parla
Consolante
Succedono le età
Succedono le età
Meravigliose
E non c'è età assoluta
Altro vi fu e sarà
E quanto in quale forma

Succedono le età
Succedono le età
Meravigliose
E non c'è età assoluta
Altro vi fu e sarà
E quanto in quale forma

Qui la luce si ritrae
L'aria è saturata dell'eco di lamenti
Scorteccio le parole, aride schegge secche avanti al fuoco
E' l'instabilità che ci fa saldi ormai negli sradicamenti quotidiani

Memoria
Parla
Consolante
Succedono le età
Succedono le età
Meravigliose


problemi molto gravi fra le creature, gravi problemi con il Creatore, innamorati della creazione. Non c'è fantasia possibile che valga un'alba blu, anche se genererà una giornata di merda

Blu


Aspetta chi ha aspettato
Che sia compiuta l'attesa di chi attende
Non sono strutturato
In modo di poter reggere per molto tempo ancora

Sotto la calma apparente
Di un assordante frastuono
Dissonanze chiassose e confuse
Armonie affannate e sconnesse
Leggere increspature agli orli

Ho dato al mio dolore (Aspetta chi ha aspettato)
La forma di parole abusate (Che sia compiuta l'attesa di chi attende)
Che mi prometto di non pronunciare mai più (Non sono strutturato)
(In modo di poter reggere per molto tempo ancora)

Alimentare catena implacabile
Pause tranquille atte alla digestione
Intransigenze mute
Rabbiose devozioni

Ho dato al mio dolore
La forma di parole abusate
Che mi prometto di non pronunciare mai più
Che mi prometto di non pronunciare mai più

Ho dato al mio dolore
La forma di abusate parole
Lasciando perdere attese ritorni
Ho aperto gli occhi dall'orlo increspato

Ho visto un'alba blu
Ho visto un'alba blu
Ho visto un'alba blu
Ho visto un'alba blu


ci sono poi le giornate molto particolari che hanno un rapporto speciale con l'alba che le ha generate:
25 aprile 1995 Lemizzone di Correggio R.E.
concerto di Materiale Resistente

Linea Gotica


"Alba la presero in duemila
il dieci ottobre
e la persero in duecento
il due novembre
dell'anno 1944"

Anche la disperazione impone dei doveri
E l'infelicità può essere preziosa

Non si teme il proprio tempo
E' un problema di spazio
Non si teme il proprio tempo
E' un problema di spazio

Geniali dilettanti
In selvaggia parata
Ragioni personali
Una questione privata
Geniali dilettanti
In selvaggia parata
Ragioni personali
Una questione privata

La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Occorre essere attenti per essere padroni
Di se stessi occorre essere attenti

Luogo della memoria pomeriggio di festa
Giovane umanità antica fiera indigesta
Cielo padano plumbeo denso incantato incredulo
Un canto partigiano al Comandante Diavolo

Non temere il proprio tempo
E' un problema di spazio
Non temere il proprio tempo
E' un problema di spazio

Geniali dilettanti
In selvaggia parata
Ragioni personali
Una questione privata

La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Occorre essere attenti per essere padroni
Di se stessi occorre essere attenti
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica
Sa scegliersi la parte
Occorre essere attenti per essere padroni
Di se stessi occorre essere attenti
Occorre essere attenti occorre essere attenti
e scegliersi la parte dietro la Linea Gotica
Comandante Diavolo Monaco Obbediente
Giovane Staffetta Ribelle Combattente
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica
Sa scegliersi la parte...

Mai come ora...



Materiale Resistente è ora un CD, un libro, un film, acquisiteli
ognuno fa quello che può nell'arco dei millenni.

Mai sentito nominare alcuni dei Nomi di Dio così tanto come in questi ultimi anni. Dalla Jugoslavia al Nord Africa, dal Medio e Vicino Oriente alle Americhe povere e ricche e più si chiama in causa Dio più aumenta il livello del dolore, delle atrocità, della violenza. Come è possibile che "Colui che tergerà ogni lacrima dai loro occhi" li stia facendo annegare nelle lacrime?

Millenni


Millenni di Patto, millenni di Legge, millenni di Osservanza
Millenni di Croce per nuove Alleanze, millenni nel Nome di Dio
Millenni di sangue versato a concime, millenni di imperi e regimi
Millenni di regni di Dio, millenni di Parole Sante
Millenni nel Nome di Dio...
Millenni nel Nome di Dio...

Che non so dire
Quello reale
Generatore
Che pare amare
Ogni ingiustizia
In faccia al sole
Troppi tiranni
In terra e in cielo

Millenni...

Millenni di Patto, millenni di Legge, millenni di Osservanza
Millenni di Croce per nuove Alleanze, millenni nel Nome di Dio
Millenni di sangue versato a concime, millenni di imperi e regimi
Millenni di regni di Dio, millenni di Parole Sante
Millenni nel Nome di Dio...
Millenni di regni di Dio...

Millennio del
signore, sesto
O secondo
che finisce
O secondo
che avanza
Urlo da lama
Santa Mattanza

Millenni...(non sono timoroso a riguardo di Dio)
Millenni...(è a nostra immagine e somiglianza)

Millenni...(non sono scrupoloso a riguardo di Dio)
Millenni...(è a nostra immagine e somiglianza) (3x)

Millenni...(non sono scrupoloso a riguardo di Dio)
Millenni...(è a nostra immagine e somiglia a noi) (2x)

Millenni...(millenni...)


sia chiaro ciò non farà di me un anticlericale, di tutte le sette la più sciocca, anche se di questi tempi la meno pericolosa.
Non si interrompe questa emozione, anzi giù dall'enormità dei millenni tocca un'ora della giornata e rilancia
Tutti quelli che, bambini, sono cresciuti sotto lo sguardo di Dio, respirando la religione domestica e parrocchiale sanno, se vorranno ascoltarla, di cosa si suona si canta. Sono le braccia calde contro il gelo del firmamento che, nell'adolescenza, minano da sempre la credibilità della nostra morale religiosa conciliante con tutto, con il potere in maniera addirittura scandalosa, ma non con il nostro corpo, come se l'essere carne e sangue e nervi possa essere ridotto a una casualità insignificante e futile e da reprimere, disprezzare, avvilire.
Tutti gli altri dovrebbero vedere "Maciste all'inferno" perché questa è la rielaborazione di una parte didascalica di quella colonna sonora che occasionalmente eseguiamo in giro

L'ora delle Tentazioni


Eccola l'ora delle tentazioni
E' questa l'ora delle tentazioni

Il vento il fuoco, una porta che sbatte
Pensieri
Parole
Posso tutto ciò che voglio
Voglio tutto ciò che posso
Rosa una rosa una rosa una rosa
Mistica rosa
Rosa carnosa sfiorisci bel fiore...
Rosa una rosa una rosa una rosa...

Ah...

Oro...
Oro piaceri e paradisi mussulmani...(2x)

Ah...

La casa
La chiesa
A modo e per bene
La casa, la chiesa, a modo e per bene
Campana che suona, la notte che viene
Cattolico decoro, cattolico decoro, cattolico decoro, cattolico decoro
La casa, la chiesa, a modo e per bene
Campana che suona, la notte che viene
Cattolico decoro, cattolico decoro, cattolico decoro, cattolico decoro
La casa, la chiesa, a modo e per bene
Campana che suona, la notte che viene
La luce si spegne...

Scaldano le braccia del peccato
Scaldano il freddo del firmamento
Scaldano le braccia del peccato
Scaldano il freddo del firmamento
Che fredda è la notte
E' fredda la notte, è fredda la notte...

Ah...


le chitarre, ovvio, si infilano anche qui. luogo inadatto, consono a voce pianoforte brevi accenni di violino, compaiono seducenti come un jingle pubblicitario appena l'atmosfera si apre e restano lì come leggero disturbo pronte a trasformarsi in pseudo zampogne cornamuse pur di ribadire la propria necessità. Hanno ragione.

Sempre più spesso penso pensieri che non mi piacciono e la mia confusione si amplifica in quella di chi mi sta vicino. Della inadeguatezza di questo debole pensiero, debolissimo, più capace di capire un Etrusco aspettando l'imbrunire in una pozza calda della val d'Orcia che di capire, pur dandosi da fare, i propri contemporanei. Coltivo allora il mio lato animale. Dopo migliaia di anni di mutuo rapporto è possibile avere dagli animali addomesticati informazioni sostanziali sull'uomo?
Vi racconterò una storiella, quasi due.

-è croata, dall'oriente, al levar del sole-

era la prima volta che, bambino, vedevo una cavallina grigia, gli altri cavalli che conoscevo, bai o morelli, erano Bardigiani o Maremmani. Croati o Furlani (friulani), così i vecchi montanari delle mie parti chiamavano dei cavalli grigi o roani, cavalli adatti alle mulattiere alla vita di montagna. Di loro non ho più sentito parlare fino a quest'estate. Una piccola notizia, due righe in un articolo, un si raccontano nuove strane leggende.
"sul fronte dell'assedio a Sarajevo un piccolo gruppo di cavalli croati requisiti dai militari si è suicidato gettandosi in un burrone". Questa non è una leggenda, credetemi, è un insegnamento, sicuramente adatto a pochi, ma quei pochi potranno farne tesoro.

Tancredi è un giovane cavallaccio, nato in casa e ben allevato, sempre rotto e rovinato ovunque per troppa energia che non sa ancora controllare. Io l'allevo, semibrado, lui allevia le mie tristezze e mi insegna lo sguardo animale, che ha l'anima ma non puù approfittarne, sul mondo. Lo sguardo lineare di chi può solo subire il verificarsi degli avvenimenti storici e li subisce avendo a disposizione per sopravvivere un codice genetico che, date certe condizioni di vita, può diventare coscienza individuale, ma senza poterne trarre profitto.

Io e Tancredi


Somiglia il mio vedere all'occhio dei cavalli
Cieco da distorsione nell'immediato fronte
docile tranquillo, e temerario e ardito
al giusto carezzevole, necessario contatto
Fondo e pungente ai lati, in connessioni ardite
preda dello sgomento, facile allo spavento
ma docile e tranquillo, e temerario e ardito
al giusto carezzevole, necessario contatto

Ricorda questo incedere il passo dei cavalli,
Pesante travolgente, leggero titubante
Testardo e ribelle, paziente strafottente
Capace di volare, e pronto a incespicare

Docile tranquillo, e temerario e ardito
al giusto carezzevole, necessario contatto
Testardo e ribelle, paziente strafottente
Disposto a stramazzare, se l'occasione vale...


a volte è difficile sapere se sono io o è lui a pensare certi pensieri, a volte, è sicuro, è un'entità che ci contempla entrambi.
Chi pensa chi?
Risposta non c'è o forse chi lo sa.........l'atmosfera è psichedelica, d'altra parte ai privilegiati del mondo cosa resta da fare se non allargare l'area della coscienza?
-ma non hai un po' di coscienza?-
ce l'hanno anche le chitarre che, quasi da sole, si cantano anche un pezzetto di Pasolini citato a memoria

Irata


Incombere umorale degli affetti del sangue
Incombere umorale delle idee delle istanze
Insolente promessa sciocca vacua solenne
Di bastare a sé...

Non tornerò mai dov'ero già
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai dov'ero già

Incombere umorale delle idee delle istanze
Incombere umorale degli affetti del sangue
Potessi dirti quello che nemmeno posso scriverti
Esiterei nel farlo...

Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di seta e candore
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di rosso e d'amore

Non tornerò mai dov'ero già
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai dov'ero già
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di seta e candore
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di rosso e d'amore

Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
Mi trovo imbarazzato sorpreso ferito
Per un'irata sensazione di peggioramento
Per un'irata sensazione di peggioramento
Di cui non so parlare né so fare domande
Di cui non so parlare né so fare domande


Pasolini è una buona compagnia per finire. Così fuori luogo e così parte in causa. Per come va il nostro mondo tutti quelli che denunciano il degrado umano contribuiscono, malgrado loro, ad aumentarlo
e questo "malgrado" è tutto ciò che resta alla nostra buona coscienza.

buon anno, ragazzi.

Giovanni Lindo Ferretti