CCCP - FEDELI ALLA LINEA
di Alessandra Sacchetta
SOTTO LA GUIDA DI GORBACHOV LA RUSSIA ORMAI NON È PIÙ COSÌ LONTANA; L'OCCIDENTALIZZAZIONE DELL'URSS STA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ UNA REALTÀ, MENTRE I PIÙ GRANDI STILISTI DI MODA GIÀ DA QUALCHE TEMPO HANNO INSERITO IL FILOSOVIETISMO NELLE LORO COLLEZIONI. IN CAMPO MUSICALE GLI ANTESIGNANI DI QUESTO FENOMENO SONO ITALIANI, DI REGGIO EMILIA.
Agli inizi, cinque anni fa, la loro musica era apprezzata più all'estero che in Italia; considerati paranoici e deliranti trovarono la forza di continuare come CCCP grazie al successo ottenuto a Berlino e in Olanda. Lì loro esordio su vinile risale al 1984 con il 45 giri "Ortodossia", seguito, l'anno dopo, dal picture-disc "Compagni Cittadini Fratelli Partigiani" dove su un lato é ritratta la provincia di Reggio e sull'altro il monumento ai caduti di Stalingrado, seguito dal primo L.P. "Affinità e divergenze tra il compagno Togliatti e noi - Del conseguimento della maggiore età". Dopo circa un anno si torna a parlare dei CCCP, in occasione della loro nuova uscita discografica, la prima con una grande etichetta come la Virgin.
FM : Cosa e come sarà questo nuovo disco? Già avete scelto il titolo? Quando uscirà?...
CCCP : A produrci è interamente la Virgin con la quale abbiamo un contratto di quattro anni. Non abbiamo nessun produttore o manager; visto che non ci è stata fatta nessuna richiesta del genere siamo in studio da soli come abbiamo sempre fatto. Da soli ci stiamo facendo anche la copertina del disco che si chiamerà SOCIALISMO E BARBARIE e conterrà undici canzoni, alcune nuovissime mentre altre già fatte in pubblico ma mai incise su disco; alcune sono delle idee dei concerti dell'estate passata che sviluppate sono diventate vere e proprie canzoni. Inoltre uscirà un 45 giri, "Oh, Battagliero" pronto già da dicembre, e molto diverso dall'L.P., sia musicalmente che come idee, é infatti un atto di grande simpatia dei CCCP nei confronti dell'Emilia Romagna, è un disco di liscio registrato con una tecnica un po' barbara, una specie di teoria e prassi sul liscio. Avremmo voluto farlo uscire solo in Emilia Romagna, a Berlino e in un cantone svizzero.
FM : Perché in un cantone svizzero?
CCCP : L'ultimo concerto che abbiamo fatto, a settembre, è stato in Svizzera ed è stato uno dei più strani della nostra vita. E stato in un vecchio mercato vicino Lugano; c'era moltissima gente, metà molto giovane e l'altra metà alto-intellettuale, ci è piaciuto molto questo pubblico. L'entrata era ad offerta libera e noi abbiamo guadagnato molto di più di quanto avremmo chiesto. Siamo rimasti scioccati perché di solito parliamo sempre male di Paesi europei come la Svizzera.
FM : Musicalmente vi sentite cambiati in questo disco?
CCCP : Noi siamo di quelli che non vorrebbero cambiare mai, al di là del fatto che tutti cambiano, ed anche uno che si mantiene fermo in realtà cambia. Sicuramente sono cambiati i mezzi tecnici. La Fonoprint non è il miglior studio del mondo, ma rispetto alle nostre possibilità é quanto di meglio potessimo trovare e penso che questo si sentirà molto. Abbiamo poi aumentato il settore musicale di una persona; Carlo Chiapparini era il chitarrista dei Rafpunk, ci ha fatto da produttore nei primi tre dischi. E il secondo chitarrista sia nel disco che in tournée, se la cosa andrà bene farà parte dei CCCP.
FM : E i temi delle canzoni sono cambiati?
CCCP : Anche da questo punto di vista non vorremmo cambiare. Vogliamo diventare più bravi, più cattivi, più indulgenti o più rilassati. Continuiamo a trattare le storie con cui siamo nati. Ci sarà una canzone che parla dell'Emilia, "Rozzemilia", ma non è la seconda parte di Emilia Paranoica. Adesso abbiamo altre cose da dire sull'Emilia, in maniera altrettanto cattiva. Ci sono una serie di canzoni dedicate al Medio Oriente, ai Paesi Arabi e alla cultura musulmana. C'è poi un po' di musica grezza, molto punkettara, tipica dei CCCP. La prima canzone, "A Ja Ljublju SSSR", è la rielaborazione del finale dei concerti; ossia l'inno sovietico fatto dai CCCP. È una di quelle canzoni che non può nascere in studio, sia per le parole che per la musica; ci vergogneremmo. L'ultima canzone, invece, "Inch'Allah-ça va" è nata da una frase in francese detta da un tunisino: abbiamo volutamente fatto una canzone sdolcinata più o meno francesizzante.
FM : Quanto di simile c'è nei CCCP alla ricerca di Battiato sulla musica islamica?
CCCP : Non c'è assolutamente nessun parallelo. Noi partiamo dal presupposto che non ci piace la ricerca, anzi la aborriamo. Non ci interessa ricercare l'anima vera della canzone araba; ci interessa quella che viene trasmessa su Radio Cairo, quotidiana, se vuoi banale. È la sensibilità di chi ci suona e canta sopra a renderla diversa. Lo stesso vale per il liscio; il nostro non è studiato, ma è quello che ci resta nelle orecchie.
Per esempio, "Libera me Domine" è un ricordo nella mia testa. È come io ricordo questa canzone che veniva cantata nella mia Chiesa quando io ero piccolo, in un paese di montagna. A noi interessa quel che si sedimenta in noi senza volere e non quello che è ricercato; quel tanto di medioevo che è rimasto fino alla nostra infanzia; fino alla fine degli anni '50 nel mio paese non c'era né una macchina né una TV, se eri stato bravo la sera potevi ascoltare la radio.
FM : Come sarà questa volta la copertina?
CCCP : L'abbiamo interamente progettata e realizzata noi, come è sempre successo. Siamo molto attenti al nostro mondo e ci piace il bello che riguarda noi e non quello oggettivo che riguarda gli altri. La copertina gioca sulle parole del titolo "Socialismo e Barbarie", in maniera confusa; nel frontale ognuno può avere la sua definizione di socialismo o barbarie. Fatur, mangiando chiodi, non necessariamente rappresenta le barbarie; come la catena di montaggio e le macchinine verdi il socialismo. Nei Paesi dell'Est non fanno le macchine per dipingerle di verde; quella li è una barbarie assoluta.
All'interno ogni canzone è rappresentata da una foto che è una scena interpretata dai nostri ballerini.
FM : A proposito di ballerini... che mi dite del nuovo spettacolo?
CCCP : È tutto costruito intorno ad un palo che è stato scelto come l'immagine delle barbarie; è insieme un totem, un ricordo di un'origine arcaica, un luogo di tortura. E' collocato su un palco superiore rispetto a quello dove suonano i CCCP; Fatur durante tutto il concerto è quasi incatenato a questo palo, sale, scende, ci gira intorno. Il palo è la presenza imponente; anche Antonella, pur avendo più libertà dl movimento è sempre condizionata da questa figura.
Lo spettacolo ha una sua logica ben precisa; per cui alcuni vecchi brani vanno necessariamente perduti. Lo spettacolo é emotività che nasce, cresce, si dipana verso varie direzioni e poi trova una via d'uscita. Alcune cose, pur piacendo molto, porterebbero da un 'altra parte.
Musicalmente l'inizio è molto punkettone, metà dello spettacolo è una schioppettata; poi c'è il liscio che gela perché la gente non sa come comportarsi, la fine è uno sfogo...
FM : Entrando in una grande etichetta vi troverete la vita programmata; a quando il prossimo disco?
CCCP : Il nostro primo piano quinquennale è stato realizzato; era quello di conquistarci un nostro pubblico e farci conoscere; adesso inizia il secondo piano quinquennale che è quello di espanderci. Sia la nostra intenzione che quella della Virgin è quella di fare un disco dal vivo.
FM : Non pensi che potrebbe risultare limitato, vista l'importanza della teatralità nei CCCP dal vivo?
CCCP : Forse sì, non si può negare; ma si potrebbe realizzare con l'aiuto di immagini mobili.
FM : Allora cosa vi aspettate da questo disco?
CCCP : Non te lo so dire. Durante l'estate ci siamo trovati una marea di gente ai concerti, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di una casa discografica più grande dell'Attack Punk. Dopo i vari giri, alla Virgin ci sono piaciuti molto; i nomi hanno la loro storia.
FM : Al di fuori della musica chi sono i CCCP attuali? Come vivono?
CCCP : Siamo in sei e viviamo tra persone che ci sono vicine. Io abito in montagna, Antonella e Massimo a Reggio Emilia, Ignazio e Carlo a Bologna e Fatur a Carpi. Abbiamo vissuto tanti anni in simbiosi sia come CCCP che nella vita privata, poi abbiamo rallentato la vita in comune perché il tempo che passavamo insieme era decisamente troppo. Volevamo evitare di acquisire una mentalità da ghetto di una banda al di fuori dal mondo che sopravvive soltanto conscia di se stessa. Facciamo una vita normale incastrata tra vari tipi di lavoro. Proprio questa settimana io, Antonella e Danilo abbiamo messo in piedi un piccolo spettacolo teatrale su un'idea di un nostro amico psichiatra, abbiamo fatto due serate al teatro dell'orologio di Reggio Emilia. Non avevamo mai fatto uno spettacolo che non comprendesse la musica come parte principale. Lo abbiamo fatto perché volevamo sperimentare nuove possibilità per il prossimo spettacolo dei CCCP non sperimentabili direttamente durante il concerto.
FM : Vi interessano altre espressioni artistiche oltre a quella musicale e alla teatrale?
CCCP : Abbiamo già deciso che quando smetteremo di fare i CCCP faremo un film. Come ci piacciono le immagini dal vivo ci piacciono anche quelle riprodotte. Ma non vogliamo fare dei video perché sono troppo brevi e troppo legati alla musica. Questo autunno avevo iniziato a scrivere un copione sui due attori principali che sono Antonella e Fatur. La storia è quella di un giovane emiliano che si converte all'islam.
FM : Cosa ha influenzato musicalmente questo disco? Cosa ascoltate in questo periodo?
CCCP : Ognuno di noi ascolta un po' di tutto tenendo presente che ascoltiamo pochissimo la radio e guardiamo pochissimo la TV nessuno di noi è un maniaco della musica e fa collezione di dischi. Quando abbiamo iniziato a fare i CCCP ascoltavamo solo il punk tedesco, pochissimo punk inglese ed americano, un po' di reggae. Poi abbiamo iniziato ad ascoltare di tutto: tutta la new-wave, la disco, il funky. Mi piacciono molte canzoni di autori vari ma nessuno in assoluto. Da poco ho scoperto che c'è una costante in questi anni: mi piace lo ska, la musica da giovani lavoratori. Per me è ska quella roba che sta a metà tra il reggae ed il punk; tutto quello che è reggae accelerato e punk rallentato. Mi piace la musica in cui le parole hanno un senso; perché prendono in giro o perché fanno ritmo. Nei concerti mi piace che la gente canti con me. I CCCP vogliono creare delle occasioni in cui la gente possa incontrarsi, sfogarsi umanamente e fisicamente.
FM : Che importanza ha la letteratura per la tua ispirazione?
CCCP : La lettura mi serve per vivere; è una delle cose con le quali preferisco passare il tempo. In media leggo un libro al giorno; sempre prima e dopo i concerti e appena posso. Il mio ultimo amore letterario è il Medio Evo; infatti anche nei CCCP c'è un grande abuso di questo periodo, basti pensare al titolo del disco "Socialismo e Barbarie". In generale preferisco le cose classiche ed arcaiche alle moderne. Dopo aver passato anni a seguire la nuova letteratura ho scoperto che è solo moda. Ad eccezione di Leavitt che mi piace moltissimo, anche se non l'avrei mai creduto perché è troppo giovane e troppo americano. Nonostante questo è grande ed è l'unico di cui aspetto le uscite in libreria. Mi ha conquistato con una frase sulla psicanalisi in "Ballo di Famiglia"; quella frase valeva un libro.
FM : E gli Skiantos?
CCCP : Gli Skiantos sono dei nostri amici e dei nostri fans e noi siamo loro amici e loro fans. Quando abbiamo iniziato a suonare molti pensavano che fossimo un gruppo demenziale sulla falsa riga degli Skiantos. In realtà siamo tutto tranne che demenziali, delle volte siamo anche dementi. Gli Skiantos erano la cosa più bella che c'era in Italia. Sì, potremmo fare tranquillamente un concerto con gli Skiantos.
FM : Cosa rispondete a coloro che vi giudicano una montatura?
CCCP : Al mondo ognuno ha diritto di pensare quello che vuole; io non voglio convincere nessuno di quello che i CCCP sono o vogliono essere. Ci basta il pubblico che abbiamo; noi siamo come siamo. All'inizio l'ostilità era assoluta, tutti pensavano che noi fossimo dei veri matti, eppure ci piaceva lo stesso. Poi anche un pubblico assolutamente indisposto nei tuoi confronti non è per forza un pubblico spiacevole.
Grazie a Marco Mataloni per il materiale.